Romanzo di E. Morante, pubblicato nel 1974.
La vicenda descritta si svolge a Roma negli anni fra il 1941 e il 1947, e ha
come protagonista una donna, Ida Ramundo vedova Mancuso, maestra elementare di
origine ebraica. La narrazione prende avvio nel gennaio 1941, quando un soldato
tedesco incontra Ida, giovane vedova e madre di un figlio adolescente, Nino, e
le usa violenza; nel fuggevole incontro con il soldato, destinato a morire
durante il trasferimento in Africa settentrionale, è concepito un secondo
figlio, Giuseppe. Nella città devastata dai bombardamenti Ida si
industria per continuare a vivere dignitosamente, mentre Nino si lascia sedurre
dalle idee fasciste e il piccolo Giuseppe cresce in solitudine. Quando anche la
loro abitazione è distrutta dalle bombe, Ida e i suoi figli si
trasferiscono a Pietralata in un grande dormitorio destinato a rifugio per i
senza tetto; qui, il desiderio di sottrarsi a quell'esistenza di stenti induce
Nino a scegliere di arruolarsi nelle camicie nere e a partire per la guerra,
mentre Ida vive nel timore che i Tedeschi scoprano la sua origine ebraica.
Trascorsi alcuni mesi senza che Nino dia sue notizie, improvvisamente egli
ritorna, divenuto partigiano, insieme a Carlo Vivaldi che, si verrà in
seguito a scoprire, è in realtà David Segre, ebreo, anarchico e
disertore. Le ultime fasi del conflitto accrescono le paure e i tormenti di Ida,
che solo con l'arrivo degli Alleati vede dileguarsi l'incubo della deportazione.
Ma la situazione del dopoguerra si rivela difficile e priva di speranze: Carlo,
divenuto intimo della famiglia di Ida, tenta la fortuna al Nord, ma l'esperienza
risulta fallimentare; Nino non accetta il ritorno alla
"normalità" e continua la lotta contro il nuovo ordine,
dandosi al contrabbando. Tuttavia, mentre trasporta merci abusive e armi su un
camion, non si ferma all'ordine della polizia e viene ucciso. La morte di Nino
getta Ida nella più cupa disperazione, dalla quale riesce a risollevarsi
grazie all'amore del piccolo Giuseppe; il bambino cresce, ma è affetto da
epilessia. Nel frattempo, David, abbandonata la falsa identità di Carlo,
ritorna a Roma: succube della droga, un mattino viene trovato morto. Il destino
si accanisce ancora contro Ida: il piccolo Giuseppe, nel corso di un gioco con i
coetanei, viene bastonato e rimane a terra esanime, vittima di un'ultima fatale
crisi della malattia. Ida, trasportata al manicomio, vi rimane fino alla sua
morte. Il romanzo della Morante, costruito intorno alla figura di Ida, disegnata
con straordinaria vivezza e sottile indagine introspettiva, costituisce una
sorta di epos popolare, in cui la "storia" individuale e privata
della protagonista si dilata fino a diventare uno spaccato della grande
"storia" politica, un affresco della società italiana degli
anni Quaranta.